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Capitolo 10

Storia

Il mondo a colori

La notte oscura che i cursillos vivevano a Mallorca non impedì una contemporanea rapida espansione nel mondo. Ad uno degli ultimi corsi tenuti prima della Pastorale del vescovo Enciso aveva partecipato un giovane tenente dell'aviazione spagnola, Bernardo Vadell. Era un uomo di grande simpatia e giovialità e visse intensamente l'esperienza dei tre giorni rimanendone profondamente colpito; dopo pochi mesi gli fu comunicato che, nell'ambito della collaborazione militare tra la Spagna e gli Stati Uniti, avrebbe dovuto addestrarsi alla guida di nuovi tipi di reattore nella base di Laredo, nel Texas.
Non lontano dalla base viveva un francescano padre Gabriel Fernandez che aveva conosciuto i cursillos e desiderava ardentemente di impiantarli in quella terra; padre Fernandez interpretò la presenza del giovane pilota come un segno dello Spirito.
Bernardo Vadell, dopo alcuni colloqui con padre Fernandez, nel periodo che precedette la sua partenza, si sottopose ad un impegnativo approfondimento metodologico… la sua valigia conteneva più documenti sul cursillo che camice…

Il Signore volle che a quel primo corso negli Stati Uniti, nella diocesi di Austin, nel Maggio del 1957, partecipasse come responsabile anche un altro ufficiale Agustin Palomino, corsista di Ciudad Real. A questo corso ne seguirono altri in altre diocesi nordamericane. Ormai il seme era stato lanciato…
Le vicende umane successive di questi due fratelli cui si deve il lancio del movimento negli Stati Uniti sono emblematiche e divergenti. Bernardo Vadell al suo rientro dagli Stati Uniti e durante gli ultimi anni del regime franchista si spostò ideologicamente a sinistra, rendendo progressivamente sempre più imbarazzante la sua permanenza in una struttura militare che era forse il segno più palpabile del franchismo conservatore. Abbandonò l'esercito diventando pilota civile nella Iberia. Nei suoi frequenti viaggi ebbe modo di entrare in contatto con gruppi rivoluzionari sudamericani, non mancando mai di esprimere la propria solidarietà, senza mai però essere parte attiva in alcuna iniziativa.

Anche per la Spagna quelli erano anni difficili per la presenza di tendenze separatiste che, nel caso dei paesi baschi, sfociavano spesso in atti terroristici. Si respirava un aria di diffidenza nei confronti di chiunque in qualche modo manifestasse simpatia verso idee progressiste.
Una serie di circostanze e malintesi portarono addirittura Bernardo in carcere, accusato di connivenza con gruppuscoli separatisti baschi.
Questa dolorosa esperienza si protrasse per ben due anni, vissuti in attesa di giudizio senza alcuna possibilità di difendersi e dimostrare la propria innocenza.
L'amnistia seguita alla morte di Franco consentì la liberazione di Vadell che però rimase per sempre segnato in modo traumatico da questo periodo.
Agustìn Palomino invece si spostò su posizioni profondamente conservatrici integrandosi nell'Opus Dei.
Nell'anno 1960 i Cursillos di Cristiantità vennero lanciati in Ghinea, grazie ad un ingegnere agronomo, Juan Alonso, che mantenne una serie di intensi contatti con Eduardo Bonnin, culminata con la partecipazione dello stesso ai primi corsi tenuti in quella terra africana.

Si evidenziava chiaramente in quei tempi la universalità del metodo alla luce di quelle entusiasmanti prime esperienze interrazziali.
Eduardo Bonnin ed i suoi amici vissero con commossa gioia quei momenti esaltanti che mitigavano le amarezze della dolorosa situazione interna.
Risulta comunque sconvolgente pensare che, mentre il gruppo degli iniziatori viveva amaramente la crisi nell'isola dove i cursillos erano nati (addirittura era vietato a Bonnin di partecipare all'Ultreya), nel mondo si diffondevano in maniera travolgente…

La coraggiosa Pastorale del Vescovo Hervàs in difesa dei Cursillos provocò grande interesse negli ambienti ecclesiali sudamericani che intuirono nel nuovo metodo una efficacia apostolica travolgente; decine di vescovi latinoamericani sollecitarono l'impianto dei Corsi nelle loro diocesi.
La forte personalità ed il livello culturale dei sacerdoti impegnati a diffondere lo strumento apostolico nato a Mallorca determinò inevitabilmente un modello, uno stile diverso…

Eduardo Bonnin definisce lapidariamente i due modelli come "dal basso verso l'alto" o "dall'alto verso il basso". Nei lanci "dal basso verso l'alto" il movimento nasceva da un gruppo di laici impegnati che avevano già fatto il corso e con l'aiuto di qualche sacerdote locale, previa autorizzazione del Vescovo. Nel lancio "dall'alto verso il basso" si verificava l'inverso, il Vescovo chiedeva la collaborazione ad altro Vescovo nella cui diocesi i corsi erano già operanti; la diocesi "madre" curava in tutto e per tutto l'organizzazione e la gestione dei primi corsi.
Quella che sembra una piccola differenza in realtà non lo è in quanto risulta naturale e comprensibile la tentazione per gli ecclessiastici di incanalare l'entusiasmo genuino e contagioso dei corsisti in altre opere di chiesa e questo a tutto scapito di quella metodologia di gruppo "operante negli ambienti" che costituisce il DNA dei cursillos. Tipico l'esempio delle Ultreyas parrocchiali dove i corsisti sono impegnati in attività "all'ombra del tempio" e si mantengono ben lontani da quegli ambienti del mondo che dovrebbero rappresentare il loro naturale campo di lavoro apostolico. Per non parlare poi dei casi frequenti in cui si chiede ai nuovi corsisti di fare la tessera di qualche altra associazione….
Insomma laddove i Cursillos sono nati "dal basso verso l'alto" tendono a mantenersi fedeli al carisma fondazionale mentre nelle diocesi dove l'impianto del movimento ha seguito il processo inverso si sono trasformati da fermento degli ambienti a strumento di azione pastorale. Comunque in un modo o nell'altro i Cursillos nati in quella piccola isola del Mediterraneo si diffondevano sempre di più.

Mi piace a questo punto soffermarmi su un particolare curioso e forse poco conosciuto; in tutto il mondo la lingua "ufficiale" dei Cursillos è lo spagnolo, più esattamente il castigliano, anche se, per amor di verità devo precisare che la "lingua madre" dei primi corsi è stata un'altra e precisamente una variante del catalano.
La Catalogna ha da sempre espresso una vocazione fortemente nazionalistica, senza però sfociare nel separatismo, come nei paesi baschi, mantenendo una lingua e tradizioni proprie. Uno dei motivi che innescò nel 1936 la ribellione militare che determinò la guerra civile fù precisamente la grande autonomia che era stata data dal governo repubblicano ad alcune regioni, tra cui la Catalogna.
Oggi, dopo 70 anni, a Barcellona ed in tutta la regione ogni cartello è bilingue, all'università si fa lezione, in chiesa la messa è celebrata in catalano. Anche Eduardo qualche mese fa parlava con Jesus Valls in catalano… ed io non ci capivo niente!
A Mallorca si parla dunque una variante del catalano e pertanto il primo Cursillo ha parlato… catalano! Solo successivamente prima dell'inizio di ogni corso il Rettore chiedeva ai partecipanti se vi fosse qualcuno che non lo conoscesse, in tal caso tutti gli incontri si tenevano in castigliano.
Un altro aspetto curioso riguarda tre parole spagnole che sono parte del vocabolario di base di ogni corsista in qualsiasi angolo della terra: Cursillos, De Colores e Rollo. Solo a Barcellona i cursillos si chiamano "cursets" ed i rollos vengono indicati come "charlas".


Pillole


A proposito di rollos voglio precisare un particolare poco conosciuto in Italia e che evidenzia anche il sottile umorismo tipico dello stile corsista. Tutti conosciamo la spiegazione che si da del termine rollo durante l'introduzione del cursillo… il Rettore però non dice che in spagnolo il termine rollo indica pure qualcosa di noioso, lungo, pesante… Da ragazzo quando qualcuno mi chiedeva un giudizio su un libro o un film non particolarmente esaltante, rispondevo sempre: "Es un rollo!".

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